PARENTAL POLICY – POLITICHE AZIENDALI A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITÀ – II PARTE 

Perché le aziende dovrebbero occuparsi di politiche a sostegno della genitorialità? E perché, invece, questo tema viene spesso affrontato come un tabù?

Sono questi gli interrogativi che hanno ispirato questo corso di Alt(r)a formazione, che si pone l’intento di scardinare alcuni paradigmi culturali oramai interiorizzati, che condizionano le scelte dei singoli.

Diventare genitori delinea una frattura all’interno dei gruppi sociali e alimenta dinamiche di esclusione, soprattutto per le donne sulle quali ricade, ancora quasi esclusivamente, la gestione dei figli.

Promuovere modalità di lavoro più coerenti con le esigenze di vita ha l’effetto di migliorare per tutti – genitori e non – l’equilibrio tra le aspirazioni individuali e quelle professionali, conferendo dignità al concetto di cura, intesa come cura di sé, dei figli e delle proprie relazioni in genere.

Tuttavia, non esiste un modello unico, che consenta di arrivare a un “buon equilibrio”, valido per tutti e in tutte le fasi della vita.  Occorre partire dall’ascolto della popolazione aziendale, per conoscerne nel dettaglio i bisogni, per poi ricercare soluzioni su misura, concrete e realizzabili, orientate a migliorare il benessere dei propri dipendenti e accompagnarli a esprimere il meglio che possono dare.

In questo corso racconteremo quali sono gli strumenti manageriali per condurre questo cambiamento, a partire dalle tutele per la genitorialità previste dall’ordinamento italiano.

Maggiori dettagli sul contenuto del corso nella locandina che potete scaricare qui 

 

 

Le nostre produzioni grafiche sono ideate e prodotte per noi da un Professionista delle arti grafiche e comunicative, by ME Design di Ercolino Milanese.

 

PARENTAL POLICY – POLITICHE AZIENDALI A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITÀ – I PARTE 

Culle sempre più vuote.

Nel 2022 in Italia è stato raggiunto un nuovo record al ribasso di nascite, che scendono per la prima volta sotto le quattrocentomila: sono stati 393.333 i bambini nati tra la popolazione residente, mentre il numero medio di figli per donna scende a 1,24.

Nascono meno bambini e chi diventa madre lo fa sempre più tardi: l’età media al parto è di circa 32 anni.

 Pochi figli, non solo per scelta.

Il “fertility gap”, ovvero la distanza tra il numero di figli desiderati e la fertilità realizzata è tra i più ampi d’Europa e ci racconta di una società incapace di soddisfare i desideri di genitorialità.

Le cause sono molteplici e si intersecano tra loro. Sulla scelta di mettere al mondo un figlio pesa, in particolare, la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia.

 La conciliazione: un’impresa impossibile, soprattutto per le donne.

Questo nesso è confermato dai dati sulle dimissioni volontarie: in Italia 1 donna su 5 lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio: la maggioranza di queste attribuisce l’abbandono alle difficoltà nell’assistere il bambino, costi elevati o assenza di asili nido, ma soprattutto all’impossibilità di conciliare vita professionale e lavoro di cura.

In questo le madri continuano ad essere penalizzate, poiché la gestione dei figli non è bilanciata e ricade ancora quasi esclusivamente sulle donne, che si trovano costrette a modificare la loro posizione lavorativa per esigenze familiari, amplificando il persistente divario di genere.

L’abbandono del lavoro da parte delle donne impoverisce le imprese di risorse e competenze, incidendo sulla produttività.

 Invertire il trend: una responsabilità sociale d’impresa.

Integrare la responsabilità sociale nella gestione d’impresa significa tenere in considerazione gli effetti delle attività imprenditoriali su tutti coloro che ne sono direttamente o indirettamente coinvolti.

Su questo tema sono molte le azioni concrete che le aziende possono promuovere all’interno dei contesti organizzativi, orientate al benessere dei propri dipendenti, delle loro famiglie e al migliore equilibrio tra dimensione privata e professionale: ad esempio fornire supporto economico tramite strumenti di welfare aziendale, assicurare flessibilità oraria e ricorso allo smart working, offrire servizi di counseling o coaching.

Un corso per innescare un cambiamento culturale.

Da queste premesse nasce il corso di Alt(r)a Formazione sulle “Parental policy – politiche aziendali a sostegno della genitorialità”, promosso dai professionisti di Ronzoni Group Società tra Professionisti S.r.l. SB, fondato sulla convinzione che le difficoltà che molte donne e uomini sperimentano ogni giorno, riconducibile al rapporto conflittuale tra genitorialità e lavoro, possano essere risolte in modo positivo per le persone e le organizzazioni, che ne usciranno più forti e competitive.

Il corso vuole offrire uno strumento manageriale per realtà sensibili al tema dell’inclusività, che intendano diventare protagoniste di un cambiamento culturale, invertendo il paradigma della genitorialità, trasformandola da problema ad opportunità in grado generare benefici e creare valore per l’impresa.

Vi aspettiamo il 21 e il 28 febbraio, interverranno:

Andrea D’Alessio: Consulente del Lavoro, esperto in relazioni sindacali, papà di Martina, Matteo e Marco.

Cecilia Lodovisi: Specialista dei servizi paghe e contributi, mamma di Filippo.

Monica Murgia: Consulente Risorse Umane, mamma di Davide e Giovanni.