Da un capo a più cervelli
Un ufficio che funziona è quello in cui invece di un solo capo, ci sono più persone a partecipare all’organizzazione del lavoro.
In un articolo di qualche tempo fa della rivista Internazionale – “Senza gerarchie”, n.1248/2018 – si parlava dell’esperienza di piccole imprese ma anche di grandi colossi francesi, che avevano scelto un modello di gestione alternativo, in cui la parola chiave era “responsabilizzazione”.
Capofila del cambio di rotta, il gruppo Michelin, che si è posta l’obiettivo che, entro il 2025, tutte le squadre di operai dovranno organizzare da sole una parte del loro lavoro (ritmi, orari, ferie, controllo di qualità).
Non si tratta di autogestione: i manager continueranno a esistere, ma saranno delle figure che aiutano il personale, e non i rappresentanti dei vertici.
Il cambiamento riguarda 17 stabilimenti su 65 del gruppo Michelin, che conta oltre 110 mila dipendenti in tutto il mondo. In una fase di test, si è visto che la “responsabilizzazione” permette di migliorare le prestazioni aziendali attraverso il miglioramento delle relazioni sociali.
Secondo l’articolo di Internazionale, in Francia sono circa 400 aziende, organizzazioni e pubbliche amministrazioni che, adottando questo nuovo modello organizzativo, hanno sperimentato un minore ricambio del personale, una riduzione dell’assenteismo, un aumento della creatività, che hanno determinato una maggiore salute finanziaria, grazie alla fiducia e all’autonomia accordata ai dipendenti.
“Oggi per far lavorare meglio, bisogna usare tutti i cervelli di un’organizzazione e non solo quelli dei dirigenti. Questa è la chiave del successo”, riassume Laurent Sarrazin, leader del movimento delle imprese cosiddette “agili”, a cui piace citare l’esempio incredibile di quel comandante della marina militare statunitense, David Marquet, che aveva deciso di eliminare la catena di comando del sottomarino nucleare che guidava.
E come dice Isaac Getz, docente della Scuola superiore di commercio di Parigi (Escp) e promotore dell’impresa liberata, una delle forme più famose di organizzazione alternativa, “l’attuale organizzazione del lavoro è stata pensata due secoli fa e non è più adatta”.
E in Italia, nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese, a che punto è la riflessione?
Articolo a cura del Dott. Fabio Del Vecchio Consulente per le Risorse Umane